Songs For People: un espresso con Leonardo Radicchi

25 agosto 2020

L’intervista a Leonardo Radicchi, che ha di recente pubblicato il suo nuovo album realizzato in quartetto con Robin Eubanks, Songs for People.

> Iug Mirti; fotografie di Alessio Romeo.

Ci spieghi il titolo del disco, Songs for people?
Può essere letto in vari modi: musica per la gente in primis, ma può avere altre connotazioni: musica per il popolo, musica per le persone… e ogni definizione dà una sfaccettatura diversa all’album
 
Mi sembra che il titolo del disco si ricolleghi idealmente al periodo degli anni 60 e 70 in cui la musica aveva una forte connotazione civile e politica.
Credo che anche il non voler parlare di certi temi sia un atto politico! Aver dedicato musica a certe tematiche per me è qualcosa di naturale, non so se la mia musica è politica o impegnata, ma sono sicuro che è molto difficile suonare della musica o creare dell’arte in generale tentando di essere distaccati da ciò che ci circonda. Nessuno nel momento in cui suona, compone, scrive un romanzo ecc., può ritenere di essere avulso dal momento storico in cui è inserito.
La musica è un linguaggio non semantico, se canto una melodia – pur regolata da regole che molti riconoscono – non ha un significato semantico preciso: questa è la sua grande forza. Il concetto quindi è che la musica ci arriva in maniera emotiva, forte, e quindi può portarci ad affrontare certi argomenti in maniera diversa, con più profondità emotiva.
  
 
 
Le copertine dei tuoi ultimi dischi sono molto interessanti. Come le hai realizzate?
In collaborazione con Riccardo Gola, che è un valente bassista ma anche un artista grafico di grande livello. Sono figure di origine steampunk; l’artista steampunk prende quel che ha e tira fuori delle figure funzionali a quello che vuol fare, e nel jazz si fa la stessa cosa: si scelgono canzoni (o composizioni originali) che vengono piegate al proprio orizzonte espressivo.
 
 
 
La partecipazione di Robin Eubanks al disco non è un passaggio “mordi e fuggi” ma è l’espressione di un un rapporto continuativo.
Robin oltre a essere uno dei grandi virtuosi del suo strumento ha rappresentato per me tante cose: ha ascoltato la musica che scrivevo quando glie la sottoposi con una semplice mail, accettando il rapporto dialogico su di essa. Si è poi offerto di suonare con noi perché interessato per la musica e per le tematiche. Organizzammo così un tour di 12 date in giro per l’Italia che ci permise di approfondire la sua conoscenza, il suo approccio, la sua visione della musica. In seguito è venuto quasi naturale costruire un repertorio basato sugli stimoli che ci aveva dato.
Le differenze tra i due dischi sono ispirate da lui, soprattutto l’idea che la musica deve avere una componente cantabile e di veicolazione immediata attraverso la melodia e il ritmo in materia molto semplice e diretta. Così mi sono imposto di seguire alcuni consigli, che fondamentalmente sintetizzo in: “canta e fa che le melodie siano potenti”. Un percorso di semplificazione, che non vuol dire suonare cose più facili ma è più un veicolo per entrare in contatto con l’ascoltatore
 
 

 
Presenterete il disco live?
Abbiamo fatto un concerto a inizio di agosto ma sarà difficile da replicare, sia per le regole sia perché la situazione di emergenza ha fatto emergere alcune idiosincrasie e difficoltà dell’ambiente jazzistico: la catalizzazione del pubblico, la ricerca dei fondi, sostenere una musica che magari non è così immediata. Per mia natura sono positivo, non rinuncio alla mia scelta di non scendere a compromessi nella musica, continuando in questa mia idea musicale che sto veicolando. L’onestà intellettuale specie in questo momento è essenziale: l’etica e l’estetica non sono scindibili.
 
Cosa farai nel prossimo futuro?
Ho pronto un disco in quartetto classico per Unit records (un’etichetta svizzera) che, a causa del lockdown, è stato rimandato, dovrebbe uscire a novembre. Ho cercato di proiettare in questo progetto un mondo più intimo. Ho molte altre cose in programma, in particolare una produzione per grande orchestra di fiati con trio di jazz, ma stiamo ancora lavorando alla scelta dei musicisti.
 
 
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