Memory: un espresso con Martin Craig
17 febbraio 2022
Esce proprio oggi il nuovo singolo di Martin Craig & The Black City, intitolato “Memory”. Abbiamo intervistato Martin, leader del gruppo.
> Eugenio Mirti
La linea comune che lega i nostri lavori è l’amore per il groove ripetitivo e ipnotico, il nostro focus è sempre stato il ritmo. Rispetto all’album precedente, quest’ultimo avrà delle sfumature più funk-rock. Essendo il primo a mio nome, volevo un suono che mi rappresentasse al meglio, e le mie origini sono decisamente rockettare…
Ho deciso di intraprendere una strada musicale diversa da quella che ho sempre percorso. Facendo un progetto a mio nome, per me è come investire su un progetto a vita natural durante. Volevo comunque mantenere vivo il nome The Black City perché mi rappresenta e rappresenta il genere che facciamo. Sarà una band che potrà variare a seconda del sound di cui avrò bisogno, includendo musicisti diversi.
Avete un nuovo un ospite al basso: come cambia il suono a seconda del bassista (se cambia)?
Abbiamo avuto Yoel Soto come ospite nell’ultimo Ep, un bassista cubano molto amico del nostro batterista Caldero. Essendo due musicisti eccezionali, con un’intesa strepitosa, il risultato è stato incredibile. Non potevo che ingaggiare la stessa sezione ritmica per le session del mio primo album. Con l’aggiunta di tastiere e percusioni, la sezione ritmica è al completo.
In alcuni brani compare una sezione fiati: perché questa scelta?
I fiati sono un elemento molto importante nel funk e nel blues. Ho sempre amato quel suono e finalmente mi sono deciso a scrivere degli arrangiamenti e registrarli. Sono stato influenzato molto negli ultimi anni dagli ascolti ossessivi di Maceo Parker.
Quali sono i tuoi/vostri eroi del funk cui vi isipirate?
Il già citato Maceo Parker, quindi James Brown of course!! I maestri come The Meters, Parliament/Funkadelic/, Kool & The Gang, Earth Wind & Fire, Tower of Power, Sly & Family Stone e molti altri. Di contemporanei adoro i Vulfpeck e Cory Wong.
Come lavorate a composizioni e arrangiamenti?
I brani del nuovo album sono stati scritti da me durante la quarantena. Di solito scrivo tutte le parti e faccio poi sentire la demo al mio batterista Caldero con il quale collaboro ormai da diversi anni sugli arrangiamenti.
La black music è un ambito difficile, troppo jazz per il rock, troppo rock per il jazz: come promuoverete questo disco?
Ho la fortuna di collaborare con la Blue Mama Records, etichetta indipendente di Torino, che si sta facendo un nome nell’ambiente della Black Music. C’è molta sinergia tra di noi. Se si lavora bene, nell’era del digitale ci possono essere sicuramente buone occasioni per tutti. Credo che oggi le “nicchie” si siano moltiplicate…
Se avessi la bacchetta magica quale sogno esaudiresti per questo gruppo?
Trasmettere energia positiva, suonando tanto, in posti diversi, nel mondo!!
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