Turn Out The Stars: un espresso con Ricardo Pinheiro e Massimo Cavalli
18 maggio 2021
Turn Out The Stars è il titolo dell’ultimo disco, omaggio a Bill Evans, registrato in trio da Ricardo Pinheiro alla chitarra, Massimo Cavalli al contrabbasso ed Erik Ineke alla batteria. Li abbiamo intervistati.
> Eugenio Mirti
Massimo Cavalli / Il repertorio di Bill Evans è un elemento che condividiamo: ammiriamo la sua musica e il suono del suo trio. L’interplay tra i tre musicisti è sempre stato incredibile in tutte le formazioni che si sono susseguite, partendo con Evans, Scott LaFaro e Paul Motian, più avanti con Eddie Gomez e Jack DeJohnnette, e infine con Joe LaBarbera e Marc Johnson.
Come avete lavorato agli arrangiamenti? La chitarra è il pianoforte sono due strumenti radicalmente diversi.
Ricardo Pinheiro / Abbiamo cercato di adattare alcuni brani del repertorio di Evans alla formazione in trio. Poiché la chitarra e il pianoforte sono strumenti diversi sotto vari aspetti, la nostra idea non era quella di ricreare i mood sonori di Evans ma quella di lavorare a costruire la nostra originale interpretazione del suo bellissimo repertorio, e, allo stesso tempo, provare ad aggiungere alcuni contributi musicali. Di conseguenza il lavoro sulla chitarra aveva l’obiettivo di portare alla vita tutte le possibilità insite nei brani.
Usi molti suoni elettronici, e forse questo rappresenta la differenza maggiore tra gli originali e le vostre versioni. Come scegli i timbri e gli effetti?
RP / Quando penso al suono della chitarra cerco di immaginare le ambientazioni e i mood suggeriti dalla musica. La musica e l’approccio di Evans sono molto precisi, ma si possono adattare a delle sonorità più contemporanee.
A mio avviso il contributo principale del disco risiede proprio negli arrangiamenti, negli effetti, nel suono del trio e tutti quegli elementi che aggiungono nuove nuance mantenendo lo spirito originale della musica.
Il vostro ultimo album insieme era un disco in quintetto con pianoforte e sax. Quali sono le differenza principali nel vostro modo di suonare nel passare a una formazione più ristretta?
RP / In effetti dopo il disco in quintetto (Is Seeing Believing? del 2016, con Dave Liebman al sax) nel 2018 è uscito un altro album in trio per Daybreak, intitolato Triplicity. Per l’album in quintetto abbiamo adottato un approccio totalmente diverso perché gli arrangiamenti non erano diretti a sottolineare l’aspetto più intimo della musica ,tipico del formato in trio. In ogni caso è stato un album divertente da realizzare, e siamo soddisfatti del risultato.
In futuro lavorerete a progetti con brani originali o esplorerete il lavoro di altri compositori, come in questo caso?
MC / Al momento siamo impegnati nella promozione di Turn Out The stars attraverso un tour eruopeo, ma allo stesso tempo penseremo al nostro nuovo progetto in trio. Registrare la nostra musica originale come un crossover delle nostre esperiene artistiche sarebbe una buona idea, e si può avere un esempio del possibile risultato ascoltando il brano di Ricardo “Blues Just Because” contenuto in Triplicity.
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