Fire Illuminations: un espresso con Wadada Leo Smith
Image Credits: PHOTO LKV Photo Agency Angela Bartolo
23 aprile, 2023
Il trombettista Wadada Leo Smith guida un nuovo ensemble, gli Orange Wave Electric, per creare le coinvolgenti atmosfere di “Fire Illuminations”.
> Ivano Rossato
Puoi parlarci di “Fire Illuminations”? Come sono nate le varie composizioni e quale processo di registrazione e produzione avete adottato?
“Fire Illuminations” è stato un progetto che si è evoluto in diverse sessioni prima che realizzassi cosa volevo fare. È iniziato con la registrazione di musica acustica suonata da me, e nella seconda registrazione mi sono reso conto che avrei voluto ussare più chitarre, Fender Rhodes, basso elettrico ed elettronica. È un progetto cresciuto in quattro anni. Anche se la realizzazione è avvenuta velocemente, ci sono voluti quattro anni per mettere a fuoco e concretizzare i miei obiettivi per il progetto.
La tecnica è antica e risale ai giamaicani, quando registravano una traccia alla volta e poi ne doppiavano un’altra e un’altra ancora. Ci sono vari modi per strutturare la musica in post-produzione. Successivamente quel processo si è evoluto e persone come Stevie Wonder, Michael Jackson e Miles Davis hanno iniziato a utilizzare lo studio in un modo molto diverso, e il mio è collegato a quelle tecniche di produzione, non proprio identica, ma con la stessa intenzione.
Ho scelto i musicisti in base alla loro sincerità nel fare arte. Tutti i miei progetti si basano e funzionano attraverso l’ispirazione.
Qual è l’equilibrio tra le strutture composte e l’improvvisazione dei singoli musicisti lungo i brani di “Fire Illuminations”?
Non c’è improvvisazione in alcuna delle mie composizioni. Quello che c’è è l’opportunità per l’artista attraverso l’ispirazione di creare. Tutte le composizioni sono state realizzate in post-produzione. Niente di tutto ciò è stato registrato ddall’inizio alla fine. “Fire Illuminations Inside Light Particles”, che è la composizione più vecchia, è stata costruita completamente da zero. Nessuno dei musicisti ha lavorato direttamente insieme. Quello che è successo spontaneamente nella mia musica si chiama CREARE e ciò è fatto attraverso l’ispirazione – non è solo attraverso la costruzione o il riempimento dello spazio.
Il suono complessivo dell’album è stato pensato in anticipo o è il risultato spontaneo delle scelte timbriche dei singoli musicisti?
Innanzitutto è la partitura che genera l’attività dei musicisti. In secondo luogo, i musicisti hanno la qualità e la capacità di essere creativi, e quindi ricevono ispirazione mentre si esibiscono. Questo è importante per la musica. Terzo, controllo tutto ciò che è entrato a far parte di questo progetto, perché, come ho detto prima, non è stato realizzato una sola registrazione dall’inizio alla fine. I brani sono stati tutti montati da me in post-produzione lungo quattro anni. Quindi quello che senti in nel risultato finale è esattamente ciò che ho progettato e costruito per essere ascoltato.
Perché, tra tanti giganti del passato e del presente, hai scelto di dedicare tre canzoni a Tony Williams e Muhammad Ali?
Muhammad Ali durante la sua vita è stato un pugile e un combattente creativo, e un tempo era l’essere umano più conosciuto del pianeta. Ci sono stati altri tempi, come durante il periodo di Louis Armstrong, dove era il secondo individuo più conosciuto del pianeta (i primi furono i Beatles). Tony Williams, sebbene non sia tra i più conosciuti a livello globale, ha comunque dato un contributo all’arte e all’umanità tanto quanto gli altri grandi.
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